Perché, insomma!, il teatro? Per una prospettiva storica, direi. Una volta l'architetto sfaccendato si dava a far scena progettando scenografie. Architettava, cioé, la rappresentazione. L'emblema era il teatro, e il teatro ha finito col calare il suo sipario sulla sua arte.
L'esercizio di teatro sotto, invece, prende qualche grado di distanza da tutto ciò, e si vuole un piccolo metatesto a metà fra testa e mano (o gambe all'aria che siano - e denti, mettiamoci pure i denti). Riguardare una storia personale per inscenare una fuga storica verso i nostri futuri passati.
E oggi? L'architetto sfaccendato architetta l'informazione.
(Sono sempre io che lo dico, o dicevo, non saprei oltre...è una brutta e infinita storia sfinente di specchi, che vi sto piano piano raccontando)
L'emblema dunque è la biblioteca, che è una tecnologia, per le quali la rappresentazione è un mezzo ma non una finalità...quante storie mitiche affollano e confondono la mente...ma resistete!, è solo un emblema.
Architettare il senso. E la logica, di cui si occuperà questa superficie semica per un bel po'...la logica, dicevo, è l'acciaio di questa architettura.
martedì 19 febbraio 2008
l'architetto sfaccendato
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