domenica 17 febbraio 2008

Origliare con l'orecchio sul cuscino



La conchiglia ripropone il disegno tipico, iconico del teatro. Ma vi sono differenze. Occhio e orecchio alle differenze....

Il corriodoio crea due zone distinte, entrambe incentrate sull'asse del cono che genera la platea. Eppure ci si accorge subito che questa relazione non è più univoca.

Le due zone, seppure entrambe incentrate su di un unico fuoco, hanno due percezione ben diverse e distinte. La zona a sinistra è raccolta in modo apparentemente canonico, ma volete causa la parete volete causa l'eccentricità del fuoco, è evidente che le condizioni di equilibrio drammatico sono del tutto mutate.

Il campo rappresentativo non è più solo profondo, ma anche lontano. La seconda zona presenta una esperienza del tutto diversa dalla prima. Questa zona è quasi parallela alla scena. Situazione che nel tipo originario "romano" non dava fastidio e non presentava alcuna problematicità, in quanto in quel tipo di teatro, la scena si "immetteva" nel pubblico.

Il nostro teatro, per contro, è a proscenio, quindi la situazione è sottilmente diversa.
Notate che si confronta direttamente con il lato corto del fondo scena. Ciò ci permette di organizzare la "azione della rappresentazione" in modo dinamico, giocando sullo spostamento dei punti di vista privilegiati, in modo che le due zono vedono spettacoli diversi e, addirittura,
distinti.

Subito vengono in mente variazioni sul tema.

Se la platea fosse centrata su di un punto diverso da quello suggerito dallo spigolo del fondo scena? In questo caso, si avrebbe la situazione singolare che spettatori della stessa fila assisterebbero allo spettacolo da diverse altezze. E se le due zone avessero addirituttra due centri diversi?
Se le file delle poltrone fossero progettate da poter cambiare questi centri a secondo dei casi?

Ribadiamo che il disegno non è nato da considerazioni formali. Il gusto del taglio, del frammento....No. Notate che nel disegno iniziale l'incontro fra le file e la parete è ortogonale: esprime cioé non il desiderio di troncare, ma di escludere. Il disegno del taglio è nato da una riflessione sui diversi modi di vivere e di godere del teatro, da una ricerca sulle possibilità spaziali di una spazio di rappresentazione.

Tre dimensioni, dunque, non solo una pianta. Le nostre intenzioni sono da ricercare nelle sensazione che dovrebbe suscitare quel muro che come un enorme paraocchio cela una parte della scena dove pure si svolgerà parte dell'azione. Pensiamo al senso di capovolgimento percettivo,che nasce nell'assistere ad uno spettacolo accanto a questo piano, coricato su questo piano...

Uno spettacolo che magari non si vede per intero, che magari solo origliamo
...l'orecchio sul cuscino ad origliare sogni.


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